I ricercatori hanno costruito una CPU “mutaforma” impossibile da hackerare
I ricercatori dell’Università del Michigan hanno sviluppato un nuovo processore per computer, chiamato Morpheus, che cambia costantemente la sua microarchitettura per contrastare i tentativi di hacking. In altre parole, si trasforma in un nuovo computer anche in pochi secondi. I test finanziati dalla DARPA mostrano che il sistema è, per il momento, inattaccabile.
Ogni CPU ha un’architettura, che è un insieme di regole e istruzioni che il software deve seguire per funzionare correttamente. Il software progettato per un’architettura "desktop" x86, ad esempio, non funzionerà sull’architettura "mobile" ARM. Ma non tutto l’hardware della CPU è lo stesso, ed è qui che entrano in gioco le microarchitetture.
Fondamentalmente, una microarchitettura determina come una CPU implementa la sua architettura. È come se due appartamenti potessero sembrare identici dall’esterno ma avere un interno completamente diverso. E proprio come un ladro ha bisogno di conoscere la disposizione di una casa per portare a termine una rapina riuscita, gli hacker devono comprendere la microarchitettura di un computer prima di tentare di attaccarlo con malware.
Modificando costantemente la sua microarchitettura, il processore Morpheus presenta agli hacker un enigma infinito che è impossibile da risolvere (per ora). Se ci basiamo sull’analogia dell’appartamento, Morpheus è come una casa che si rinnova costantemente, con stanze che diventano grandi e piccole senza una ragione apparente.
Lo sviluppo della CPU Morpheus è stato finanziato dalla DARPA (Defense Advanced Research Program Agency) degli Stati Uniti e probabilmente troverà la sua strada verso le istituzioni governative e le strutture di difesa prima di raggiungere la persona o l’azienda media. Abbastanza divertente, DARPA ha pubblicizzato questo progetto poche settimane dopo che l’attacco ransomware Colonial Pipeline ha portato una nuova ondata di ansia per la sicurezza informatica negli Stati Uniti.
Fonte: Università del Michigan tramite PopSci